Siamo noi stessi i limiti per i nostri sogni, al pari di quanto siamo noi stessi i geni che li potranno esaudire.

Roberta la Viola

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domenica 13 ottobre 2013

"Con un piede impigliato nella storia"

Il titolo di questo post è preso in prestito da un bel libro, scritto molto bene, da Anna Negri.
Specifico questo perché mi piace che si possa, tra queste pagine, trovare anche spunti per le proprie letture.
Detto questo, l'autrice parla della sua storia personale, in realtà è anche molto una parte di storia del nostro paese, che ha finito per essere legata al passato e in special modo a un passato da cui può non essere facile ripartire.

Ciò che vorrei trattare in questo post, è proprio il rischio in cui tutti spesso incappiamo, quello di rimanere legati al proprio passato, dimenticandoci appunto di vivere il nostro presente per poter costruire il futuro.
Succede altrettanto spesso che le persone decidano di affrontare un percorso di cambiamento, certi di dover ripercorrere passo dopo passo il proprio vissuto e, talune volte, anche quello della propria famiglia di origine, dei propri genitori e della storia familiare in generale.
Questo può essere certamente utile, purché lo si faccia per lanciarsi con consapevolezza nel proprio presente.


Il passato è meraviglioso da raccontare, da ripercorre da soli o in compagnia, soprattutto quando si tratta di storie che ci fanno stare bene, ci fanno sorridere o come quando il ricordo è talmente piacevole che ci fa rimpiangere di non essere ancora in quel tempo.
E' utile farlo, quando da ciò che è stato capisco.

Altre volte, il passato è una storia che non ci lascia fare altri passi, che ci impiglia i piedi, lasciandoci incastrati in un tempo che non c'è.
Non è passato, non è presente, non sono lì, ma non sono neanche qui.
Le mie energie, impegnate nel ricordo, mi fanno sfuggire le circostanze che ho di fronte e, con esse, le possibilità del futuro.

Questo vortice di spazi temporali diventa il circolo vizioso della propria esistenza perduta, sì perduta nel ricordo di ciò che è stato, che produce a sua volta un altro effetto spiacevole: la convinzione che non potrà essere diverso da come è.

Ciò che riusciamo a vedere è solo ciò che è già successo, operiamo attraverso comportamenti lasciati già nella memoria, affrontiamo anche le nuove situazioni con il copione di quelle che abbiamo già vissuto.

Risultato ulteriore di questa situazione diventa l'incapacità di sentirsi fautori del proprio destino.

Attorno a tutto ciò, ruotano altre dinamiche possibili, che nascono dal fatto che il passato, e il vivere in esso, può mantenermi in uno stato emotivo perenne che non aiuta l'anima, rallenta la mente e offusca il campo di azione del proprio corpo, che rimane impigliato con un piede nella storia.

Cosa fare?
Affrontare il passato può essere molto utile, al pari di quanto ripercorrerlo all'infinito può essere molto inutile.
Il mio consiglio è:
riconoscere, accettare e condividere il proprio vissuto è una esperienza spesso necessaria,
rimanerci dentro, come un film che continua a girare gli stessi fotogrammi, fa male agli attori e anche a chi guarda.

Questa metafora per ribadire che bisogna fare il passo che dal passato va al futuro, attraversando e vivendo il presente....esser-ci, essere presenti a noi stessi per essere protagonisti di ciò che viviamo, dandoci la possibilità di costruire nuove strade, nuovi percorsi, nuove dinamiche ed essere promotori della nostra storia.

Come abbiamo già detto, in altre pagine, scegliamo sempre, anche quando siamo convinti di non averne la possibilità, questo per dire che bisogna scegliere il presente se vogliamo che il posto in cui andremo a vivere possa essere di nostro gradimento, continuare a rimuginare sul passato, su ciò che è stato, limita profondamente la nostra stessa esistenza e spesso, anche quella di chi è intorno a noi.
Il futuro è il prodotto di ciò che nel qui ed ora del presente sto ideando, pensando e costruendo.

Riprendiamoci la vita, scriviamo le pagine di un nuovo copione.

Concludo questo post con un "In prestito da .."

Charles F. Kettering

Il futuro mi interessa perché è lì che intendo trascorrere il resto della mia vita

                                                                                                         

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