Siamo noi stessi i limiti per i nostri sogni, al pari di quanto siamo noi stessi i geni che li potranno esaudire.

Roberta la Viola

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venerdì 1 marzo 2013

Cambiare la marcia.

"Paradossalmente, di fronte a una sfida la maggior parte delle persone tende di solito a cambiare marcia passando al livello più basso, e non a quello più elevato necessario per affrontarla. Ciò trasforma una sfida in un blocco: di fronte ad essa lo stato di coscienza della persona regredisce a un livello primitivo dove non è possibile apprendere o creare nuove reazioni."

Queste parole di S. Gilligan mettono l'attenzione su un fatto facilmente osservabile quando si ha a che fare con percorsi di cambiamento, o più semplicemente quando si opera nell'ambito delle relazioni d'aiuto.

Spesso ho osservato nei miei clienti questo "scalare" la marcia, decidendo di fare un passo indietro.
Come se l'andare bene facesse paura, come se questo aver ingranato la marcia giusta avesse un retrogusto amarognolo, al punto da dimenticare di aver desiderato di essere lì, di essere ad una svolta e di poter finalmente guardare da vicino qualcosa che fino ad allora si era solo immaginato.
Come se il timore, di arrivare finalmente allo stato desiderato, superasse la gioia di essere giunti fin lì.

Allora mi domando: è la paura di vedere realizzare i nostri cambiamenti, anche quelli tanto agognati, che fa tirare i remi in barca?
Come dire: meglio stare dove sto, sto male certo, ma so anche dove mi trovo; piuttosto che essere in un posto nuovo e sentire di stare meglio.
La paura dell'ignoto, anche di quello che ho sognato e sperato, può farmi regredire come dice Gilligan?

Insomma, la famosa barzelletta dei due matti che arrivano al 99° cancello e tornano indietro...

Con le parole di Gilligan rifletto, penso a ciò che vedo, osservo l'atteggiamento dell'essere di fronte ad una nuova sfida che fa paura, e mi chiedo: ma starci dentro, con una marcia più bassa, dovrebbe terrorizzarmi e non semplicemente impaurirmi.

Quindi, quando decidiamo di interrompere qualcosa, qualcosa che ci sta facendo bene, qualcosa che ci sta cambiando e ci sta facendo scoprire nuovi percorsi che non avremmo neanche immaginato, quando inizio a sentire quella paura perché qualcosa di nuovo mi sta sfidando, allora è il momento di andare e non di ri-tornare, quello è il momento di scegliere la marcia, quella giusta e non quella meno rischiosa.

Questo post è dedicato a tutti quelli che hanno iniziato un amore ed hanno avuto paura di continuare, a quelli che hanno scelto di cambiare, iniziando una terapia o un percorso di coaching, e poi hanno interrotto perché spaventati dal cambiamento di cui stavano iniziando a godere.
E' dedicato a quelli che hanno paura dell'ignoto, ma scelgono di scoprirlo tuffandosi dentro.
E' dedicato a chi "sceglie" perchè sa che la differenza non sta in ciò che ci accade, ma in come reagiamo a ciò che ci accade.

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